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La storia

IL CIRCOLO CANOTTIERI NAPOLI NEGLI ANNI TRENTA DEL NOVECENTO

IL CIRCOLO CANOTTIERI NAPOLI NEGLI ANNI TRENTA DEL NOVECENTO
… incipit vita nova (Dante, “La Vita Nuova”, I, 1)


La nuova sede
...It was many and many a year ago in a Kingdom by the sea …(E.A .Poe, “Annabel Lee”, 1-2)

Il primo gennaio 1930, con una serata di gala memorabile, viene inaugurata la nuova sede del Circolo Canottieri al Molosiglio. Nell’edificio, illuminato a giorno, convengono tutti i soci in divisa: giacca blu e bottoni d’oro, pantaloni bianchi; dame raffinate sfoggiano i classici cappelli dell’epoca. Per un attimo la città si ferma: sulla litoranea la folla si raduna per ascoltare le note dell’orchestra da ballo e partecipare idealmente alla festa del “Napoli”, come si iniziava a designare il C.C.N.
L’aedo dei fasti giallorossi è ovviamente Ninò Bruschini, umanista che sul “Mezzogiorno sportivo” pubblica uno splendido corsivo, già menzionato altrove: “Giallo-rosso, colori di luce”; proverbiale l’apertura: “A destra una distesa d’azzurro: il mare ! A sinistra una pennellata di verde: i Giardini ! E fra mare e giardini una palazzina tutta freschezza nella sua ardita eleganza”. Descrive quindi la casa, la vita sportiva e sociale che in essa inizia a fluire. Il piano terra è dedicato alle attività agonistiche: “Tutto il mondo sportivo è qui. E tutto è semplice, elegante nella sua semplicità”; ritrae l’hangar delle imbarcazioni, la carpenteria, lo spogliatoio “Bianco e pulito con i suoi duecento cassetti ben disposti lungo le pareti” e le quattro docce; ed ancora la sala da biliardo, la segreteria, la cucina. Poi “In fondo all’entrata uno scalone di marmo vi fa subito comprendere che dal regno sportivo si passa al regno mondano”: al piano superiore troviamo le decorazioni di Carlo Cocchia, la sala da pranzo, la sala da gioco, la sala di lettura (“Severa, fatta per il raccoglimento e la meditazione”), il bar e, finalmente, il grande salone: “Da sei archi si vede il mare, così vicino che sembra quasi possa traboccare in essi con la luce”. La gioia è incontenibile: “Tutto nuovo. Nuovo, nuovo !”.
Di lì a poco la fabbrica si protenderà verso la scogliera: sull’hangar e gli spazi limitrofi vengono costruite la terrazza, la veranda coperta e la nuova sala da pranzo; al posto della vecchia, si ricava un altro ambiente, utilizzato anche per le Assemblee dei soci.
La dimora “E’ sorta lì come per incanto, pietra su pietra, in un lavoro solitario e tenace … per dare alla nostra Napoli un nuovo simbolo della sua vita rinnovata”. Invero, l’opera è il risultato della perseveranza e della dedizione del Presidente Schiassi, del Consiglio e dei soci.
Il fastoso ricevimento della Canottieri anticipa il ritrovato brio di quegli anni nella nostra città, favorito dall’arrivo, il 4 novembre del ’31, del Principe di Piemonte Umberto 3 con la moglie Maria José; a Napoli nascono i loro figli, a Villa Rosebery il futuro Re nuota, anche di notte, nel limpido mare posillipino; al Molosiglio è di casa: “Presidente Onorario”, ama intervenire, assieme alla consorte, alle cerimonie per il varo di nuove imbarcazioni del remo o della vela.
Le più importanti personalità pubbliche dell’epoca diventano soci della Canottieri, come i Segretari del Partito fascista napoletano di un intero decennio. Sono tre Avvocati: Nicola Sansanelli (’27-‘29), Professore universitario, che sarà anche Sindaco di Napoli, il Presidente giallorosso Natale Schiassi (‘30-‘34) e Francesco Picone (’35-‘36). Ma al C.C.N. non manca il pluralismo: nella compagine sociale si distingue Giulio Rodinò, fondatore del Partito Popolare Italiano e poi della Democrazia Cristiana; Avvocato anch’egli, fu più volte Ministro, quindi vice-Presidente del Consiglio in un momento particolarmente difficile dal ’44 al ’45; gli verrà attribuita la Medaglia d’oro al merito civile. Ed ancora vanno ricordati Mario Argento, medico, pioniere del giornalismo sportivo, e l’Ingegnere Amedeo D’Albora, senatore, che tra l’agosto 1929 e l’inizio del 1930 progetta e realizza lo Stadio Vesuvio, poi intitolato a Giorgio Ascarelli, Presidente del Napoli calcio, mecenate e nostro socio fondatore.
La città si arricchisce di eventi sportivi, tra cui un Concorso ippico che prelude all’apertura, nel ’35, dell’Ippodromo di Agnano. Nel ‘33 viene istituito il Gran Premio automobilistico di Napoli, denominato “Coppa Principessa del Piemonte”, vinto, l’anno dopo, dal grande Tazio Nuvolari; si disputerà poi dal’37 al ‘39. In calendario rimane l’arrivo di una tappa del Giro d’Italia: nel ’34 la gente in tripudio porta in trionfo Learco Guerra. Al contempo, si registra un sussulto nell’edilizia sportiva. Il 16 febbraio 1930 si inaugura lo stadio di calcio “Giorgio Ascarelli”, capace di 20.000 posti, completamente ricostruito in cemento armato nel ‘33 in vista dei Mondiali ospitati in Italia l’anno successivo; nell’occasione, la capienza viene raddoppiata. Dopo l’Ippodromo, in breve tempo si costruiscono ben due piscina olimpiche: una comunale nel ’36, battezzata “XXVIII ottobre”, decentrata ma coperta e di splendida fattura, poi, a distanza di tre anni, quella aperta presso la Mostra d’Oltremare 4.
A testimonianza di una rigenerata vitalità, nel ’32 il porto di Napoli vanta il primato in Italia per movimento di navi, 20.308, il doppio del secondo scalo (Genova); nel ’36 diviene il primo in Europa per passeggeri.
Il procedere della vita cittadina si arresta tuttavia il 5 aprile del ’34: si spegne nella sua casa in Via San Pasquale a Chiaia Salvatore Di Giacomo. Tutta Napoli lo piange. E’ la fine di una stagione della cultura letteraria napoletana, che aveva già perso Matilde Serao nel ’27, Eduardo Scarpetta nel ‘25.


Sulle vette d’Italia e d’Europa
...Quel sol che pria d’amor mi scaldò il petto di bella verità m’avea scoverto, provando e riprovando, il dolce aspetto (Par., III, 1-3)

Con i nuovi spazi acquisiti, la Canottieri allarga la compagine sociale e la base di reclutamento, compiendo un ulteriore salto di qualità nelle attività sportive. Ma dirigenti, soci, atleti non dimenticano la loro pristina vocazione, i principi informatori che continuano a rendere il C.C.N. messaggero di stile. Al centro l’idea che l’impegno sportivo è un modo di essere che partecipa ad attuare la dimensione profonda dell’uomo, nella correlazione tra sport e vita: il primo concorre a formare la personalità dell’individuo insegnando la lealtà dei comportamenti, la tensione onesta verso il traguardo, lo spirito di corpo, la virilità che si traduce in azioni generose; nella seconda lo ‘sportsman’ potrà così trasfondere le esperienze positive maturate ed abbinare alla felice ricerca dell’autorealizzazione l’educazione allo sforzo, l’obbedienza alla norma, l’apprezzamento dei meriti, la capacità di collaborazione. Su queste basi i giovani imparano una condotta affettiva in armonia con quella morale e civile.
Assieme ai Presidenti, si stagliano, offrendo la loro esperienza nella preparazione degli atleti, illustri figure quali Livinio Gioffredi, Mario Costa, Piero Castellino e, primus inter pares, Archimede De Gregori. Leggenda dell’Aniene, con cui era stato Campione d’Italia del remo dal 1904 al 1911 sul celebre otto “S.P.Q.R.”, “Il Commendatore” aveva iniziato a vogare col Circolo Donau di Vienna; aveva praticato anche scherma, lotta boxe, nuoto e ciclismo, sport quest’ultimo in cui primeggiò vincendo la prima edizione della classica Roma-Napoli-Roma e la Vicenza-Roma. Trasferitosi a Napoli, era divenuto Vice Presidente Sportivo della Canottieri condividendone lo spirito ed indirizzandone la scuola; indicato sul “Mezzogiorno sportivo” come “Uno dei più grandi campioni che abbia mai avuto il canottaggio italiano”, nel ’39 viene proclamato “Socio benemerito” del nostro Circolo; con lui ha origine l’affratellamento del C.C.N. con il Circolo Canottieri Aniene 5.

...L’acqua ch’io prendo già mai non si corse (Par., II, 7)

Canottaggio e vela si contendono l’onore di portare al Molosiglio il primo titolo nazionale assoluto in un anelito generoso: ognuno “… corse e correndo li parve esser tardo” (Par., XI, 81). Cronologicamente, il vanto spetta a Guido Postiglione, invincibile Campione Italiano nella classe Dinghy 6 nel ’32 a Napoli, nel ’34 a Rapallo e nel ’35 di nuovo a Napoli sull’imbarcazione “Sparaglione”. Chiamato a maggior gloria, ancora nel ’35, assieme a Nando Gianturco, conquista il Campionato Europeo classe Star sul “Sirah”: è il primo successo continentale della Canottieri. Completo e versatile, ad Anzio Postiglione riporta ben sette vittorie nella stessa riunione, con a manovra Fiore e l’Ammiraglio Guglielmo Bellet. Animo nobile e gentile, modesto come tutti i migliori, quando lascia l’agonismo dona al Circolo la sua barca con cui tante volte, vittorioso, aveva celebrato i colori sociali.
Il remo, a sua volta, miete allori ovunque, sia nelle classi olimpiche sia con le imbarcazioni da mare. Formano un binomio monumentale Roberto Iaccarino e Beniamino Cesi 7, compagno al liceo classico della Nunziatella del già citato nuotatore Riccardo Folinea: ai Giochi Mondiali Universitari del 1930 a Darmstadt vincono l’oro nel “due senza”, nel ’32 gli Italiani Juniores; la coppia, ormai inarrestabile, si impone nel ‘33 e nel ’34 ai Campionati Italiani assoluti di luglio a Castelgandolfo nel ‘due con’, timoniere Aldo Tamburrini, prima di conseguire il bronzo agli Europei di Lucerna.
All’ombra del Vesuvio, la Canottieri si riappropria della Coppa Lysistrata nel ‘35 e nel ’39, mentre ai Littoriali del mare del ‘39 a Genova e del ’40 a Milano porta sul gradino più alto del podio il ‘due’ ed il ‘quattro con’. In acque libere il protagonista individuale del momento è Pietro De Gregori, il figlio del Commendator Archimede: in singolo vince nel ‘30 a Castelgandolfo e Messina, con Nino Postiglione primeggia ad Orbetello e nelle regate internazionali di Napoli e Bari (questa nel ‘31); a Palermo, quando cinque giallorossi producono altrettante vittorie, domina in skiff e ‘due di coppia’.
Il nuoto, dal canto suo, inizia ad affacciarsi alla ribalta nazionale in specialità poi cadute in desuetudine: nel ’39 il C.C.N. si aggiudica la staffetta 3 x 50 stile (con primato italiano: 1’23”1) grazie ad Arrigo Marsiglia, Renato Martire e Lelio Zampaglione. L’anno dopo si sommano altri tre primati italiani, nella 5 x 50 (2’28”5), 10 x 50 (4’54”8) e 10 x 100 (10’04”9) sempre a stile libero; tra le donne Lucia Balsamo stabilisce il record nazionale juniores dei 100 dorso con 1’28”4, mentre la 10 x 100 stile riporta il miglior tempo italiano juniores 1.
E’ un momento di forte sviluppo dello sport al femminile: le ragazze erano presenti nel Canottaggio fin dal 1919, ma l’equipaggio più noto del momento è quello di “Orietta”, un “otto metri s.i.” sul quale gareggiano Diana De Gregori, Laura Corti, Angela Smith, Amhara Daniele e Fiammetta Mele. La Canottieri è l’unico Circolo italiano ad avere una Sezione femminile; ne è “Segretaria” la nuotatrice Lilly Menghi.

1 La staffetta 10 x 50 e 10 x 100 sl si compone di Arrigo Marsiglia, Renato Martire, Lelio Zampaglione, Aldo Cestaro, Manlio Lecce, Matteo Martinelli, Antonio Volpe ed i fratelli Paolo, Antonio e Francesco Maffezzoli. Nella 5 x 50 si trovano Marsiglia, Martire, Zampaglione, Volpe e F. Maffezzoli. Le ragazze della 10 x 100 sono Anna Maria Iorio, Maria Jaqunangelo, Lucia e Franca Balsamo, Emily Gargiulo, Nevea Greco, Rita Sartorio, Teresa De Vita, Anna Maria Cuomo, Flora Sava; tempo 12’06”7. La 3 x 50 mista femminile vince gli Italiani allieve con primato italiano di categoria; ne fanno parte L.ucia Balsamo, De Vita e Sartorio.

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Un tragico evento venne a funestare quegli anni: durante una regata sul mare di Ancona Paolo Sarzina ebbe il cuore spezzato dall’impeto della sua passione ardente. Nella memoria di ogni sportivo, di ogni vogatore, nelle loro gesta si perpetui il ricordo di questo giovane atleta che lasciò la vita nella purezza dei suoi ideali.

...Salvate le sue labbra, salvate il suo sorriso non ha vent’anni ancora (F. de Andrè, “Geordie”)


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… di quel securo il fulmine / tenea dietro al baleno (A. Manzoni, “Il 5 maggio”, 27-8)

In breve altre due Sezioni arricchiscono la trama di sport che connota il C.C.N.
Al 1934 si fa risalire la genesi al nostro Circolo della Motonautica, quando a Tremezzino Piero Cutolo, alla guida del “Maria Grazia II” (motore B.P.M.), stabilisce il record mondiale di fondo sulle 24 miglia per racers categoria 1.500 cm3 alla media di 75.965 km/h. Invero, una specifica Sezione nasce 2 anni dopo, per volontà dello stesso Cutolo che ne diventa Consigliere. Pilota intrepido, medaglia d’oro al valore atletico, il futuro Presidente giallorosso continua ad accumulare trofei, sia nella categoria entrobordo da corsa kg 400 sia in quella turismo veloce per scafi con motore da 1.500 cm3. A Gardone, imponendosi nella Coppa Oltranza e nella Coppa Consolazione, diviene primatista sul miglio e conquista un nuovo Mondiale di fondo sulle 24 miglia; 3° nella classica maratona padana Pavia-Venezia, 2° (sia nei 3 litri sia nei Cruiser da 1 litro e mezzo) nell’agosto ’34 a Parigi nel Meeting Motonautico di Francia sulla Senna ed a Tunisi nel Grand Prix Bey, fa sue la Coppa Federazione a Venezia e la Coupe du Journal a Cannes per terminare con la Coppa Casinò di Campione d’Italia all’Idroscalo di Milano nel ‘37. In quell’anno si aggrega alla Motonautica anche lo sci nautico (disciplina nata nel 1928), che trova in Gianni Perez il suo principale fautore.
Nel 1935 a ridosso dei Giardinetti del Molosiglio si appronta il primo campo da tennis in terra rossa, tenuto a battesimo da Donna Caleste Castarelli, consorte del Presidente; nasce così l’apposita Sezione, ideata con criteri puramente ricreativi, come ricordano le pubblicazioni sociali del cinquantenario e del 1977, nella quale è inserita la doviziosa relazione curata dal futuro Presidente Adriano Gaito.

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… ut varias usus meditando extunderet artis paulatim (Virgilio, Georgiche, I, 133-4)

Nelle didascalie dell’antico album fotografico del Circolo, i nostri Maggiori annotano, nel ’37, la presenza di un folto gruppo di “nuotatori pallanuotisti”; la dizione non è casuale, in quanto alla Canottieri, per illustre consuetudine, fino agli anni ’80 si insegnerà agli atleti l’eccellenza in utroque, giustapponendo al ludus l’esercizio tra le corsie.
La gloriosa storia della pallanuoto giallorossa aveva avuto inizio il 6 agosto 1933, quando, nella Coppa Lemetre di pallanuoto, la Canottieri supera la Rari Nantes “B” per 2-0: è la prima partita ufficiale del C.C.N., che aveva allestito per l’occasione una sua compagine. L’anno successivo, con il riordino dei Campionati, viene istituita la Divisione Nazionale B, cui si iscrivono 23 società; la nostra, inserita nel girone VI, debutta, ancora il 6 di agosto, con un pareggio per 2-2 contro il Giovinezza; la formazione è composta da Pasquale Buonocore, Giulio Gentile, Aristide Calcagno, P. Calcagno, Matteo Martinelli (Capitano), Aldo Cestaro, Filippo D’Errico. Allenatore è Carlo Labalme, antesignano della disciplina, nuotatore e pallanuotista con la Rari Nantes già prima degli anni ’20. Proprio il successo del 23 agosto sui biancocelesti (1-0), consegna la vittoria del girone ai nostri, che, dopo sette giorni, affondano nello scontro diretto 7-0 il Palermo 8,vincitore di un altro raggruppamento. Li attende il girone finale a tre di Roma: qui, il 7 settembre, l’incontro decisivo con l’Andrea Doria ci vede sconfitti 3-2. Portiere di quella prima avventura, ebbene si, era il grande Pasquale Buonocore; aveva allora 19 anni, ma le sue evidenti, precoci qualità, lo proiettarono subito ai più alti livelli: l’anno successivo passa alla Rari Nantes con cui otterrà ogni soddisfazione, compresi tre scudetti, l’oro olimpico a Londra e l’Europeo del ’47, primo successo in assoluto della Nazionale azzurra.
Per diverse stagioni, prima della guerra, la Canottieri tenta senza successo la scalata alla serie A, finendo altre tre volte al secondo posto nel girone finale: nel ’35 è superata dalla Libertas Sestri; nel ’38, vinto il girone C, strapazzato di nuovo il Palermo 10-0, arriva pari punti con il GUF Imperia, contro il quale perde però lo spareggio; nel ’39, sempre all’ultimo respiro, è battuta dalla Triestina 3-1. In un clima di precarietà, nel ’40 il C.C.N. viene ripescato per il massimo Campionato, ed inserito nel girone A 9; ma il 10 giugno l’Italia entra in guerra e, dopo due gare (una vittoria ed una sconfitta), il sodalizio giallorosso è costretto ad abbandonare la scena, come accade ad altri club 2.

2 Dopo quella del ’33, riportiamo le formazioni arrivate agli spareggi per la promozione:
1935: Auricchio, D’Errico, Cestaro, Calcagno, Berger, Filipputi, Martinelli (Capitano).
1938: Botti, Cottrau, Maffezzoli, Lecce, Volpe, Cestaro, Berger; riserve: Ciansuglia (2° portiere), Di Bernardo (-i), Nigro, Pozzi.
1939: Botti, Di Bernardo (-i), Maffezzoli, Lecce, Zampaglione, Cottrau, Volpe; riserve: Martire, De Luca.
Nel 1940, in serie A, scesero in acqua Ferrazzani, Greco, Maffezzoli, Lecce, Ruggiero, Marsiglia, Cestaro.


Di quei tempi pionieristici, ricordiamo Matteo Martinelli, il primo Capitano, proprietario dell’omonima, amena Villa di Posillipo; Paolo Maffezzoli, piccolo (167cm) ma indomito, era il maggiore di tre fratelli (Antonio e Francesco gli altri), tutti provetti nuotatori; Architetto, membro dell’Istituto Nazionale di Urbanistica, “Possiede un temperamento riflessivo, vivace, acuto nelle osservazioni. La sua conversazione è priva di frasi e parole superflue, senza tuttavia raggiungere la laconicità. Alla base del suo temperamento è la franchezza … La intensa attività sportiva svolta negli anni giovanili ha determinato taluni aspetti del suo carattere: la dote che maggiormente ammira in un uomo è il coraggio” 10. Dal ’36 al ’39 giocava in porta Vittorio Botti; cestista e canottiere, lui ed il fratello Massimo erano figli di Ettore, principe del Foro penale napoletano: penalisti di grido a loro volta, resteranno e lungo, amati e rispettati, nel nostro corpo sociale; stella d’oro al merito sportivo, Massimo sarà anche Consigliere al nuoto negli anni ’50, e fungerà da Commissario straordinario del Circolo nel 1977; il suo nome è stato inserito nell’Albo d’Onore del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Napoli. Il primo dicembre 2007 è stata scoperta l’erma di Vittorio Botti nella Sala Arengario del Nuovo Palazzo di Giustizia.


Vent’anni dopo

...sì come luce luce in ciel seconda (Purg., XXIX, 91)

Nel 1932 Guido Caristo, il timoniere dell’equipaggio “Palomas” Campione d’Italia nel ‘22, Fondatore e Consigliere Segretario del Circolo, è insignito per primo del riconoscimento di “Socio Benemerito”; poco dopo, con delibera del 16 aprile dello stesso anno, la medesima benemerenza è attribuita a Domenico Carunchio, vincitore del titolo italiano juniores nel ‘26. In occasione dei venti anni di vita del sodalizio giallorosso, viene quindi Istituito l’Albo d’Onore del Circolo Canottieri Napoli: ricevono l’onorificenza di “Socio Benemerito” Carlo Bruschini, Maurizio Contini, Mario Costa, Gaetano Del Pezzo, Matteo Giovinetti, Mario Squillace, Gaetano Marcolini. Il C.C.N. è ormai un punto di riferimento per lo sport napoletano, tanto che il quotidiano “Il Mezzogiorno Sportivo” lo definisce “Il Circolo di canottaggio più attivo della nostra città”; ed ancora: “I suoi vogatori sono oltre una centuria, la sua flotta di vele è addirittura imponente … Il suo guidone è come un richiamo per tutti coloro che amano gli sport marinari” 11.
In seguito, per la ricorrenza dei 25 anni dalla fondazione, Matteo Giovinetti firma sul “Notiziario Campano” un bel pezzo dal titolo “Venticinque anni di volontà: i Canottieri Napoli”. “Nel venticinquennale del Napoli, radioso per le recenti magnifiche vittorie a remi, a vela, a nuoto, a motore”, assicura che i giallorossi “L’hanno serbata intatta, purissima, questa loro passione … la vetrina del Napoli si adorna delle più belle ed importanti Coppe”.

Chiamato a preminenti impegni politici, Natale Schiassi, il gentiluomo decoubertiano, deve lasciare la Presidenza del Circolo. L’Assemblea, nel 1938, lo acclama “Presidente Benemerito”, come per Emilio Anatra: sotto la sua guida, durata 13 anni, il C.C.N. ha avuto la nuova sede ed ha spiccato il volo in campo agonistico. Emilio Anatra e Natale Schiassi ebbero pieno il senso della storia nel suo primo farsi, si interrogarono commossi innanzi al suo divenire, rivendicandovi un ruolo attivo; fiduciosi delle proprie forze e delle proprie idee, avvertirono così la storia stessa come costruzione cosciente della ragione umana. L’ingresso principale della casa al Molosiglio è inscritto tra due lapidi che ricordano questi primi due Presidenti della Canottieri, i nostri Lares. Con perenne gratitudine.
Nel 1939 viene eletto Presidente Livinio Gioffredi, medico, dapprima calciatore nel Naples Football Club poi vogatore e velista d’eccezione.
Frattanto la situazione politica internazionale sta volgendo al peggio. Già negli anni ’35-‘36 c’era stata la guerra d’Abissinia, seguita nel ’36-‘37 dall’intervento in Spagna. Il 5 maggio ‘38 Mussolini riceve Hitler a Napoli. L’orrore del mondo e dell’umanità sta per ritornare, la catastrofe della seconda guerra mondiale è alle porte.
C’è appena il tempo per presentare la Mostra d’Oltremare: realizzata secondo i modelli dell’architettura del verde, viene inaugurata ufficialmente il 9 maggio 1940 da Vittorio Emanuele III come “Mostra triennale delle Terre Italiane d’Oltremare”. All’interno, nel 1939, era stata costruita una piscina olimpica scoperta ma strutturata sul sontuoso modello di quella edificata nel ‘37 al Foro Italico. Non ci sarà modo di utilizzarla, perché il 10 giugno del ’40 l’Italia entra in guerra.


NOTE
3 La propensione di casa Sabauda per Napoli era iniziata già con Umberto I: lui aveva deciso che vi nascesse il figlio, Vittorio Emanuele III, e vi frequentasse la Nunziatella. Alla Scuola Militare partenopea venne educato anche Amedeo d’Aosta: “Il Duca di ferro” nutriva una speciale predilezione per Napoli, dove aveva voluto sposarsi nel ’27. Ai primogeniti eredi al trono i Savoia iniziarono ad attribuire il titolo di “Principe di Napoli”, in alternativa a quello di “Principe di Piemonte”, nell’intento di rafforzare l’immagine del casato reale subentrante in quella che fu la capitale del più vasto Regno preunitario, legata alla dinastia dei Borbone.
4 Il nuovo stadio di calcio, i cui lavori, durati 180 giorni, vennero diretti dall’Ing. Francesco Tirone, e la piscina “XXVIII ottobre” furono completamente distrutti dai bombardamenti durante la guerra. Restano esempi magistrali di architettura razionalistica, specie la seconda, la più grande piscina coperta d’Italia (50 x 20), che presentava un’ardita volta su archi parabolici in cemento armato; venne colpita dalle bombe il 10 luglio 1941. Solo la piscina della Mostra, pur gravemente danneggiata dalle bombe, verrà riparata e svolgerà un ruolo fondamentale nello sviluppo degli sport acquatici partenopei.
5 Il figlio Piero De Gregori, che sarà nostro Presidente, così lo descrive “Era il maggior atleta romano di quei tempi, emergeva in ogni disciplina sportiva … Cuor d’oro, ma battagliero come pochi.” (da “I cento anni del Circolo Canottieri Aniene 1892-1992” di Gianfranco Tobia, Roma 1995). Ricorda, inoltre, che il papà complessivamente conquistò 105 medaglie d’oro. Capovoga dell’otto gialloceleste, nel 1911, quando non credeva più di poter ancora partecipare agli Italiani, denominò la barca “Richiamati”: fu l’ultima, grande vittoria di una memorabile carriera.
6 Il Dinghy 12 piedi, o semplicemente Dinghy, venne disegnato nel 1913 dall’Avvocato inglese George Cockshott. Lunga m. 3,66 con una randa della superficie di mq. 9,3, la barca ha rappresentato la più piccola classe monotipo internazionale; la sua introduzione ha consentito lo sviluppo popolare della vela, prima riservata solo a grandi yachts e facoltosi armatori. In Italia arrivò nel 1929. E’ stata classe olimpica nelle edizioni dei Giochi del ’20 e del ’28.
7 Va ricordato che il padre di Beniamino, Spartaco Cesi, era stato Consigliere Tesoriere durante i lavori per la costruzione della nuova sede al Molosiglio.
8 I gol sono di Cestaro, D’Errico, A. Calcagno, Gentile, Martinelli.
9 Poco prima la Rari Nantes aveva organizzato a Santa Lucia un torneo giovanile nel quale il C.C.N. arriva secondo pur battendo 3-1 il Giovinezza, 2-0 la Rari 2-0 (ma all’andata era finita 1-3); risultano impiegati Ferrazzani, Greco, Lecce, Ruggiero, Liguori, Martire, Cestaro, Cottaru, Volpe, Maffezzoli P. e A.
10 Dal volume: “Tutta Napoli. Annuario dei personaggi” (AA.VV., Deperro, Napoli, 1959).
11 Così su “Il Mezzogiorno Sportivo” del 5 settembre 1934.


A cura di Gian Nicola De Simone

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